Riccardo Prevosti è un artista che ha raggiunto le vette dell'arte contemporanea, oltre ogni barriera del saper incidere con opere che racchiudono la maestria.

Riccardo Prevosti nel suo studio.

Riccardo Prevosti

La sperimentazione è il cuore della calcografia

 

Pensieri di un artista incisore e sperimentatore di tecniche antiche

e moderne nell'ambito dell'incisione e stampa contemporanea.

 

L’incisione è un’alchimia che attraverso l’erosione di un metallo, o di un qualsiasi altro materiale,  trasforma un foglio di carta in opera d’arte. Ed è proprio questa magia che mi ha legato per sempre alla calcografia fin da quel lontano 1974 quando, una sera di ottobre, entrai nella stamperia di Luigi Corsini “Gigi”. Ventidue anni, studi superiori compiuti e diverse esperienze in campo artistico alle spalle, mi lasciai affascinare dagli odori/profumi di quell’ambiente così diverso da tutti quelli che avevo incontrato fino ad allora. La stamperia, che io frequentai per alcuni anni, era un tutt’uno con la scuola di incisione. Era bellissimo studiare incisione ed assistere alla nascita delle opere che tanti incisori affidavano alle mani esperte dello stampatore.  Gigi, oltre a stampare,  regalava “a profusione”  consigli per soluzioni artistiche e tecniche a tutti gli artisti,  incisori e non, che si rivolgevano a lui per risolvere al meglio i loro lavori calcografici. E in questo clima di entusiasmanti esperienze noi allievi accrescemmo inconsapevolmente le nostre conoscenze ed iniziammo  anche la nostra attività espositiva, prima in collettive (nel 1979 fondammo il gruppo “L’Acquaforte” che fu per noi un’esperienza indimenticabile per mostre e collaborazioni con Artisti, Enti e Fondazioni)  e poi individualmente.  La stamperia oggi non  c’è più ed ognuno di noi ha un proprio studio/laboratorio,  ma Gigi fino al 17 settembre del 2007, anno della sua scomparsa, non ha mai mancato di regalarmi consigli ed insegnamenti, come negli ormai lontani anni ’70.

Fin dai primi lavori ho utilizzato le due tecniche fondamentali della calcografia: l’acquaforte e l’acquatinta; privilegiando quest’ultima, inventata da Jean Baptiste le Prince verso la metà del 1700, ma a tutt’oggi “non gradita” ad una buona schiera di critici italiani per i quali, molto anacronisticamente, solo le tecniche del bulino, della puntasecca e dell’acquaforte possono essere considerate “incisione”. All’acquatinta associo spesso la tecnica a rilievo e della battuta a secco,  tecniche sperimentate negli anni Sessanta del Novecento da Giorgio Bompadre, con le quali diede vita alle incisioni bianco su bianco. Oggi sono affascinato dalla stampa a colori simultanei inventata dal grande incisore Stanley William Hayter, ed aver assistito ad una lezione, su questa tecnica,  tenuta da  Hector Saunier, attuale direttore dell’Atelier 17 di Hayter, oggi  Contrepoint,  a Parigi, mi ha spinto in questa ulteriore sperimentazione.

Oggi Riccardo Prevosti riesce a spaziare dall’arte incisoria classica a quella con supporti polimaterici, dall’arte digitale alla fotografia, e collabora con la Galleria ab/arte di Brescia per gli allestimenti e come consulente per la calcografia.Riccardo Prevosti, artista incisore calcografo che realizza le proprie opere su torchio a mano. 
All’acquatinta Riccardo Prevosti associa spesso la tecnica a rilievo e della battuta a secco,  tecniche sperimentate negli anni Sessanta del Novecento da Giorgio Bompadre, con le quali diede vita alle incisioni bianco su bianco.

La stampa d’arte

 

Qualsiasi mezzo atto a scalfire qualsiasi materiale produce un’incisione che, per potersi fregiare del termine “Stampa d’Arte” deve essere stampabile e riproducibile in più esemplari, chiamati multipli e non copie,  tutti uguali e tutti unici.

 

Giulio Calo Argan ha affermato che “un’incisione non è moltiplicabile: è multipla. E si riproduce con il processo medesimo che la fa.”

 

Ogni stampa nasce individualmente dalle sapienti mani dell’incisore che esegue la stampa al torchio calcografico. E proprio l’azione manuale dell’inchiostrazione della lastra, della sua ripulitura con la tarlatana, della pressione del torchio, variabile anche a seconda dell’umidità atmosferica, così come la benché minima differenza di bagnatura dei vari fogli di carta da stampa, imprimono ad ognuna un carattere di originalità e di unicità essendo appunto tratte dalla medesima matrice ma,  grazie alle impercettibili differenze che vengono riscontrate in fase di stampa, ogni esemplare risulta essere, appunto, un pezzo unico.

 

Naturalmente da ogni lastra incisa devono poter essere tratti più esemplari con il medesimo risultato di stampa (tiratura),  affinché un’incisione possa fregiarsi del titolo di “multiplo”.

 

Nel caso in cui una lastra possa produrre un solo  esemplare, non essendo il processo che l’ha creata in grado di garantire la sua riproducibilità in più multipli originali, ci troveremo di fronte ad un “monotipo” che, pur essendo una stampa, esula dal concetto di incisione originale d’arte.

Artista incisore calcografo

che realizza le proprie opere

su torchio a mano.

Nella foto: attrezzi, colori

e soluzioni per l’incisione.